Incompatibile come Responsabile anticorruzione chi gestisce amministrazione attiva e a rischio corruttivo

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Il Piano Nazionale Anticorruzione 2022 ha fornito indicazioni per la corretta attribuzione dell’incarico di Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza (Rpct), e per la gestione di eventuali profili di incompatibilità. In particolare, è stata evidenziata l’opportunità che tali funzioni siano attribuite ad un dirigente non preposto contestualmente ad attività di amministrazione attiva e/o ad elevato rischio corruttivo.
Lo evidenzia Anac, con Atto del Presidente del 30 luglio 2024, rispondendo alla richiesta di parere in merito alla eventuale incompatibilità tra l’incarico di vice responsabile del progetto europeo Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) e quello di Responsabile Anticorruzione (Rpct) di un ente ministeriale che si occupa di immigrazione e integrazione.

“Il Programma Nazionale Fami – scrive Anac – è finalizzato al conseguimento di alcuni obiettivi strategici e operativi nonché alla realizzazione degli interventi specificamente programmati e finanziati mediante le risorse assegnate. L’Autorità Responsabile del fondo è il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno. La Direzione Generale dell’Immigrazione e Politiche per l’Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, invece, è stata designata Autorità Delegata del Fondo, in virtù delle competenze istituzionali di cui è titolare in materia di immigrazione e integrazione. Infine, le funzioni di verifica sul fondo e sul relativo sistema di gestione e di controllo sono esercitate da un’apposita Autorità di Audit indipendente sotto il profilo funzionale dall’Autorità Responsabile”.

In tale contesto, l’ente di cui dovrebbe diventare Rpct la viceresponsabile Fami risulta tra i soggetti beneficiari di una parte delle risorse stanziate (allo stato pari ad euro 943.350), che sono state impegnate per la realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati.
“Orbene, la figura del vice responsabile di progetto comporta indubbiamente l’esercizio di poteri gestionali che lo renderebbero in astratto incompatibile con il ruolo di Rpct. Ciò in quanto la concentrazione delle competenze di ‘controllore’ e ‘controllato’ potrebbe determinare un potenziale conflitto di interessi. Pertanto, sarebbe preferibile conferire gli incarichi in questione a soggetti diversi”.

L’Autorità aggiunge tuttavia che “qualora l’amministrazione non disponga delle risorse necessarie per assicurare un’adeguata differenziazione dei ruoli, dovranno essere adottate misure di prevenzione idonee a garantire l’imparzialità dei controlli, quali, in via esemplificativa, la partecipazione alle operazioni di verifica da parte di altro personale, la rendicontazione all’organo d’indirizzo supportata da elementi oggettivi, l’astensione e la conseguente devoluzione delle attività di monitoraggio ad altro soggetto in conformità alle indicazioni contenute nei Pna 2019 e 2022”.

La nota a firma del Presidente

Fonte: antiorruzione.it