Con la delibera n. 380 del 30 luglio scorso, il Consiglio Anac è intervenuto in un nuovo caso di whistleblowing dichiarando la natura ritorsiva dei provvedimenti assunti nei confronti del dirigente che ha segnalato gli illeciti, sanzionando il direttore generale che aveva adottato le deliberazioni ritorsive, e procedendo con la loro annullazione.
La vicenda riguarda un’agenzia di sviluppo e innovazione in agricoltura di una regione del Meridione.
A seguito di segnalazione di illeciti trasmessa al responsabile anticorruzione dell’Ente, il dirigente è risultato destinatario di misure ritorsive, consistenti in atti di riorganizzazione dell’Agenzia approvati dal Direttore, oltre che in altre successive iniziative.
L’istruttoria seguita alla segnalazione ad Anac dei fatti, ha portato al riconoscimento della natura ritorsiva e conseguente nullità delle deliberazioni assunte dal direttore, con riguardo alla riorganizzazione della struttura limitatamente ai provvedimenti che impattano negativamente sulle attribuzioni del whistleblower, e sulla sua posizione dirigenziale all’interno dell’Agenzia. Tra queste, valutazioni negative della performance organizzativa e individuale, e attribuzioni di punteggi ingiustificatamente bassi.
Il Consiglio Anac ha deliberato “di irrogare, tenuto conto delle circostanze di specie, nonché del distorto uso della funzione esercitata dal citato responsabile, in qualità di Direttore autore delle richiamate misure ritorsive, la sanzione pecuniaria in misura pari a 10.000 euro”; e di rigettare in maniera motivata la richiesta di accesso agli atti formulata dal direttore, autore dei provvedimenti ritorsivi.
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Fonte: anticorruzione.it